La brachicefalia posizionale del neonato, conosciuta anche come testa piatta del neonato, è un problema piuttosto comune nei primi 2-4 mesi di vita.
La brachicefalia posizionale è una deformazione del cranio che si riconosce per un appiattimento generale della parte posteriore della testa del bambino.
Questa condizione si sviluppa nei primi 2-4 mesi perché è proprio in questo periodo che la testa del neonato è super modellabile e cresce rapidamente. Purtroppo, per via della scarsa informazione sull’argomento, tanti genitori non ne hanno idea finché non si accorgono che la testolina del loro bimbo si sta appiattendo.
In questo articolo ti racconto cos’è esattamente la brachicefalia posizionale, perché si presenta e, soprattutto, come puoi prevenirla o affrontarla nel modo giusto.
La brachicefalia posizionale, insieme alla plagiocefalia posizionale, è la deformazione cranica posizionale più comune.
La parola brachicefalia viene dal greco brachis, che vuol dire corta, e chefalè, che vuol dire testa.
In pratica, brachicefalia significa proprio testa corta. Si chiama così perché, all'inizio, la testolina del neonato si appiattisce dietro, nella zona occipitale. Con il tempo, però, se la situazione peggiora, la testa si deforma in modo più generale.
Quando succede, la testa diventa più larga ai lati e più corta tra la parte anteriore e quella posteriore.
In pratica, guardandola dall’alto, la testa del neonato appare piatta dietro, ma anche più corta e più larga.
Il appiattimento posteriore della testa, tipico della brachicefalia posizionale, è causato da posizioni sbagliate che il bambino tiene nei primi mesi di vita.
La brachicefalia posizionale, infatti, è spesso legata agli atteggiamenti posturali inconsapevoli dei genitori, che non si rendono conto di come posizionano il neonato.
Visto che la testa del neonato è super modellabile e cresce velocemente nei primi mesi, un eccesso di posizione supina e l’uso sbagliato di culla, ovetto, sdraietta e simili possono portare a un appiattimento nella parte posteriore della testa e a una deformazione cranica complessiva.
La brachicefalia posizionale, insieme alla plagiocefalia posizionale, è la deformazione cranica posizionale più comune.
La parola brachicefalia viene dal greco brachis, che vuol dire corta, e chefalè, che vuol dire testa.
In pratica, brachicefalia significa proprio testa corta. Si chiama così perché, all'inizio, la testolina del neonato si appiattisce dietro, nella zona occipitale. Con il tempo, però, se la situazione peggiora, la testa si deforma in modo più generale.
Quando succede, la testa diventa più larga ai lati e più corta tra la parte anteriore e quella posteriore.
In pratica, guardandola dall’alto, la testa del neonato appare piatta dietro, ma anche più corta e più larga.
Le deformazioni craniche posturali, quindi anche la brachicefalia neonatale, possono essere curate efficacemente nei primi mesi di vita (più il bambino cresce cresce, peggiori e più lenti saranno i miglioramenti).
È importante, però, intervenire con tempestività per riuscire a risolverle nel modo più efficace e nel minor tempo possibile.
Infatti, con l’ossificazione del cranio, che avviene per l'osso parietale intorno ai x mesi, e per l'osso occipitale intorno ai x mesi, bisogna intervenire tempestivamente perchè diventerà sempre più difficile risolvere queste problematiche.
Ecco perchè per curare la brachichicefalia posizionale e la testa piatta del neonato, sarà necessario diminuire il tempo trascorso supino dal tuo bimbo in tutti i dispositivi ed evitare l’uso improprio di sdraietta, ovetto, cuscini, ecc.
Inoltre, è fondamentale spiegare ai genitori quali sono le abitudini scorrette che hanno messo in pratica e mostrargli quelle corrette (posizione in braccio, posizione del neonato nella culla, posizione del collo del neonato durante la notte, posizione del neonato sul tappeto gioco, ecc.).
N.B. continuare con scrivere l'età di ossificazione parietali e occipite
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